BOOMERANG
Che sia arrivato finalmente il momento tanto atteso dai
veri comunisti: la dissoluzione dei sedicenti comunisti di
Rifondazione?
La maggioranza del più grande partito della sinistra
borghese ha deciso di silurare il direttore
di "Liberazione", Piero Sansonetti, perché da mesi ormai
il "giornale comunista" punta tutte le sue carte sul
sostegno al progetto della Associazione per la Sinistra -
quella accozzaglia di rinnegati che mette insieme la
minoranza vendoliana di Rifondazione, Sd ed una parte dei
Verdi - in oggettiva contrapposizione con la linea del suo
azionista di riferimento: la società MRC s.r.l.,
controllata al cento per cento dal partito di cui è ancora
organo ufficiale.
I rappresentanti della mozione sconfitta all'ultimo
congresso fanno come i bambini; della serie: il pallone è
mio, non gioco più, e me lo porto via.
A seguito di questo ridicolo ostruzionismo, il pastore
valdese ed i suoi accoliti cambiano strategia, e nella
direzione nazionale di lunedì 22 dicembre corregge il tiro,
annunciando che ci sarebbe una offerta da parte di un
editore per l'acquisto del quotidiano, che però a sentire
loro resterebbe la voce ufficiale dello stesso: ci
chiediamo quale interesse possa avere un qualunque editore
privato ad acquistare un giornale con tre milioni di
perdita nell'ultimo esercizio, e prospettive peggiori,
senza delinearne la linea editoriale.
Tra i nomi che circolano con più insistenza vi è quello di
Luca Bonaccorsi, uno degli editori del settimanale "Left",
legato allo psicanalista Massimo Fagioli, uno dei più
accreditati ispiratori dell'(in)Fausto: a noi pare evidente
che una simile conclusione della vicenda rappresenterebbe
un clamoroso cedimento, da parte del nativo di Pomaretto
nella val Germansca, ai voleri di una minoranza sempre più
pregiudizialmente contraria a tutto ciò che la dirigenza
propone; in prospettiva poi questa mossa dell'attuale
segretario - se andasse a buon fine - potrebbe addirittura
rivelarsi un boomerang, stante la sempre più probabile
scissione dell'area vendoliana.
Chi può garantire che il "giornale comunista" non
passerebbe armi e bagagli nelle file dell'Associazione per
la Sinistra, lasciando Rifondazione senza un proprio organo
di stampa?
A noi appaiono piuttosto ridicole le voci che il giornale
sarebbe diviso in due: una piccola parte affidata ad un
direttore ferreriano e l'altra - decisamente preponderante -
al fagioli-pensiero, cioé alla minoranza; verrebbe salvata
la forma ma non certo la sostanza, che continuerebbe a
vedere il giornale in mano ai vendoliani.
Torino, 24 dicembre 2008
Stefano Ghio - Torino