ASSURDE PRETESE
Secondo la chiesa cristiana-cattolica-apostolica-romana
l'ora di religione nelle scuole deve continuare ad essere
quello che è sempre stata: una ora di indottrinamento delle
coscienze di bambini e ragazzi - come se, alla bisogna, non
bastassero già il catechismo e gli oratori parrocchiali -
per prepararli a diventare, da adulti, dei buoni (demo)
cristiani.
I quotidiani di giovedì 10 settembre, tutti nessuno
escluso, riportano la assurda pretesa degli alti prelati di
continuare ad insegnare la loro religione in via esclusiva
nelle scuole pubbliche - fregandosene altamente della
multiculturalità della scuola odierna - negando legittimità
ad una sentenza del Tar di qualche tempo fa che aveva
riconosciuto il diritto degli studenti a seguire la
religione praticata dei genitori; non solo, ma secondo gli
ecclesiastici la loro materia deve continuare ad avere le
stesse prerogative di tutte le altre: in pratica, per
essere ammesso alla classe superiore, uno studente dovrebbe
dimostrare di essere un buon cristiano-cattolico-apostolico-
romano, perché il voto dell'indottrinatore - che tra
l'altro nelle scuole pubbliche viene scelto dalla curia
vescovile, non dal competente Provveditorato agli Studi -
fa media con quello degli altri insegnanti.
Giova ricordare come, dalla data della revisione
dell'infame concordato Stato italiano-Città del Vaticano -
avvenuta a Roma nel 1984 ed attuato dall'allora presidente
del Consiglio dei ministri italiano, Benedetto "Bettino"
Craxi, ed il cardinale segretario di Stato Vaticano,
Agostino Casaroli - la religione cristiana-catolica-
apostolica-romana ha perduto lo status di "religione di
Stato", e che quindi questi signori non hanno più alcun
motivo di avanzare le loro assurde pretese.
Se il parlamento borghese non fosse, come invece purtroppo
avviene, infestato a larghissima maggioranza da politici
pretofili, il Legislatore avrebbe già dovuto abolire l'ora
di catechismo obbligatorio - e non ci si venga a
dire che l'ora di religione è facoltativa, sappiamo tutti
come funziona nel nostro Paese: nessuno vorrebbe essere
additato al pubblico ludibrio per non aver fatto fare
religione al proprio figlio - per sostituirla con una
materia che nel tempo è andata scomparendo, ma di cui
crediamo sia urgente il ripristino: l'educazione civica.
Torino, 10 settembre 2009
Stefano Ghio - Torino