ALLA FRUTTA

Pagina 15 del "manifesto" di mercoledì 24 e giovedì 25 marzo contiene la stessa "pagina di iniziativa elettorale", quella composta da una intervista allo editore leccese Piero Manni - candidato alle elezioni regionali con la Fds - e quella al candidato 'alternativo' Michele Rizzi, esponente del Partito di alternativa comunista, il mini partitino trotzkista staccatosi da Rifondazione (più precisamente dalla corrente interna Progetto Comunista) nel 2006, quando Marco Ferrando - lo altro leader della corrente - venne temporaneamente candidato senatore nel collegio delle Marche.

In questo nostro intervento daremo spazio, seppur brevissimamente, a Rizzi per poi sviluppare un conciso ragionamento circa le liste della falsa sinistra che (non) si presentano alla competizione elettorale in alternativa alla Fds.

A precisa domanda di F.C. - che supponiamo essere Federico Cartelli, lo autore della altra intervista in pagina - circa le aspettative elettorali del Pdac, Rizzi risponde: <non sono dettate da una cifra numerica, ma da quanti precari riusciremo ad organizzare. La nostra aspettativa è il rilancio per la costruzione di un vero partito comunista e anticapitalista. Le elezioni borghesi, in realtà, le mettiamo in secondo piano>.

Premesso che non crediamo affatto che occorra presentarsi alle elezioni per organizzare un buon numero di precari - le esperienze dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto e Palermo sono illuminanti in tal senso - ci domandiamo di quale partito vada cianciando il sedicente comunista, visto che la sua è una formazione apertamente trotzkista (tanto da essere la unica in Italia, tra quelle elettoraliste, ad avere nel simbolo la falcemartello della Quarta internazionale) ed il trotzkismo, come è universalmente noto, non c'entra assolutamente nulla con il Partito Comunista, che o è di matrice marxista-leninista oppure non è.

Un merito, nostro malgrado, dobbiamo riconoscerlo a Rizzi & Co.: quello di essere l'unica formazione politica che si presenta in alternativa alla Fds, almeno in alcune zone dello stivale; le altre - Pcl e Sc - hanno già dimostrato la loro totale inconsistenza, non riuscendo a presentarsi per non aver raggiunto il numero di sottoscrizioni necessario a presentare la lista.

Pensierino finale: alle ultime due tornate elettorali il Pcl ha potuto presentare la propria lista grazie al fatto che due parlamentari borghesi si sono fatti garanti: oggi, che occorreva raccogliere le firme, non riesce a presentarsi da nessuna parte; inoltre cominciano le prime voci di malumori interni dovuti allo scarso sviluppo del partito.

Anche loro sono alla frutta dopo soli cinque anni dalla fondazione?

Torino, 25 marzo 2010

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Torino