AD OROLOGERIA
Torino, lunedì 6 luglio: con una tempestività notevole -
tra quattro giorni si terrà la manifestazione contro il G8
all'Aquila - la Digos arresta undici ragazzi e una ragazza
che, a maggio, hanno partecipato alle manifestazioni in
città contro il G8 universitario; undici di loro
frequentano abitualmente il centro sociale Askatasuna di
corso Regina Margherita 47, un ex asilo - occupato da
diversi anni - diventato la casa dell'autonomia torinese.
Il procuratore generale, il tristemente famoso Giancarlo
Caselli, dichiara: <non ce l'abbiamo con un gruppo
o
l'altro. Così difendiamo chi ha manifestato in modo
pacifico>.
Bisogna dire che il noto magistrato ha perfettamente
ragione: le "forze dell'ordine" non si accaniscono con un
gruppo piuttosto che con un altro: se la prendono, sic et
simpliciter, con chiunque contesti lo status quo.
Ne sono prova le montature giudiziarie che hanno coinvolto -
a livello nazionale - Proletari Comunisti, il partito dei
Carc, il (nuovo)Pci lo Slai Cobas per il sindacato di
classe; ma anche a livello locale la situazione non è certo
migliore, con gli arresti di anarchici soltanto per
qualche
piccolo schizzo di sterco all'interno del lussuosissimo
Ristorante del Cambio, ed ora quelli dei compagni
dell'Askatasuna che suonano tanto di essere in funzione
preventiva degli scontri che ci saranno all'Aquila.
Caselli vorrebbe far passare questa retata come un modo per
difendere i pacifici contestatori, ma è chiaro come il sole
che si tratta di una operazione propedeutica all'avanzata
del moderno fascismo; anche ai tempi del Puzzone le "forze
dell'ordine" operavano arresti preventivi: quando il capo
del fascismo andava in visita in qualche città, il podestà
ordinava di incarcerare i potenziali contestatori.
Lo stesso avviene con il "democratico" governo di
Al
Pappone, ma nessuno vi dà peso, salvo gli studenti
dell'Onda che da ieri occupano e presidiano diversi atenei,
in difesa della democrazia: quella vera.
Torino, 07 luglio 2009
Stefano Ghio - Torino