A CACCIA DI VOTI
Il Nano di Arcore ha deciso che questo 25 aprile
parteciperà alle celebrazioni per l'anniversario della
Liberazione dal nazifascismo, il 64 esimo per la precisione.
Questa sì che sarebbe una notizia; infatti il Nano con la
bandana, da quando fa il politico, non è mai stato alle
celebrazioni della Liberazione, cosa peraltro più che
logica per un fascista - seppure in doppio petto - come
lui, che i fascisti come i nazialleati li vuole soltanto
come alleati.
Dicevamo che quest'anno il Nano lombardo - notizia
dalla "Stampa" di domenica 19 aprile pagina 9 - farà una
sua apparizione alle celebrazioni: molto bene, direbbe
qualcuno, questo vuol dire che vole accreditarsi come
statista (adesso potrebbe al massimo farsi accreditare come
esperto di statistica) mollando i vecchi colleghi di
viaggio; niente di più falso, tanto è vero che non andrà
alla manifestazione nazionale a Milano, ma sarà in Abruzzo,
guarda il caso dove c'è stato il terremoto.
Sarebbe normale che volesse stare in mezzo a chi soffre per
aver perso tutto, in fondo è la quarta carica dello Stato
borghese, ma il suo viaggio nel centro Italia non c'entra
assolutamente nulla con la "pietas": chiunque non sia
completamente accecato dal furore ideologico forzitaliota
non può non vedere che la sua è solamente una manovra
elettoralistica, in vista delle elezioni europee del 6 e 7
giugno prossimi.
Se così non fosse, andrebbe a Mialno ala manifestazione
nazionale, come gli è stato chiesto più volte da Don Dario
Franceschini, ma sua altezza (ah ah ah!) non solo non ama i
comunisti - e neppure i sinceri democratici - ma tantomeno
sopporta i fischi e gli insulti che sicuramente prenderebbe
nel capoluogo lombardo qualora si recasse al corteo
antifascista.
Fossimo tra gli sfortunati abruzzesi, lo cacceremmo a
pedate: di personaggi schifosi che sfruttano questa
tragedia 'pro domo propria' - leggasi voti - ne hanno già
visti fin troppi in questi giorni.
Torino, 19 aprile 2009
Stefano Ghio - Torino