SCIENZE   
  Il Paese scelto per l'inesistenza di leggi sulla privacy  Il chip sottocutaneo sbarca in Messico     Il microprocessore per monitorare la salute e per la sicurezza: si  stima che in un anno verrà comprato da 10.000 persone      CITTA' DEL MESSICO - Dopo insoddisfscenti esperimenti negli Usa dove  era stato bocciato dalla clientela perché accusato di violare la  privacy, il microchip sottocutaneo sbarca in Messico.
  L'INSTALLAZIONE - Il Verichip realizzato dalla Applied digital  solutions Inc. si installa tramite una siringa all'interno del   braccio e serve da un lato a monitorare le condizioni di salute di   chi lo porta, e dall'altro a garantire la sua rintracciabilità in  caso di rapimenti.   
  Negli Stati Uniti la Food and Drug administration, l'ente federale  chiamato a testare i farmaci e le attrezzature mediche ha stabilito  che i dati sulla salute ricavati attraverso il chip non debbano  essere immagazzinati all'interno del chip stesso ma in una data base   separato. Invece il chip impiantato in Messico a causa una  legislazione differente, conterrà i dati di chi lo porta. 
  ALMENO 10.000 CHIP - La società americana che costruisce il Verichip  stima di impiantarne almeno 10.000 nel primo anno di vedite. Ogni  chip costa 150 dollari Usa (circa 133 euro) oltre ad un canone di 50   dollari Usa (circa 44 euro) l'anno. Il congegno per rilevare le    informazioni contenute nel chip costa circa 1.200 dolari Usa ( circa  1.070 euro). Una volta rivelati i dati possono essere trasmessi ad un
  call center attivo 24 ore su 24 che si adopera per aggiornare e   gestire le informazioni.  
  19 luglio 2003       
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In realtà si sa che non è una novità, e in Messico si sono usati sistemi sottocutanei per torturare i prigionieri politici maoisti, come abbiamo documentato nel Dossier 2007 AVae-m il Nazismo soft   

 

Si sa anche che in Veneto sin dal 1983 esisteva una rete gestita da una vigilanza privata per conto di Confindustria, che garantiva contro i rischi di sequestri di persona, con allarmi che i ricchi potevano attivare in auto, attraverso una rete che ogni 2 km aveva un ripetitore in ogni strada della regione di una certa importanza. Ora, con i microchip, questa rete sarebbe stata evoluta, e voci pirata riferiscono che non a caso uno dei dirigenti della magistratura veneziana, Fojadelli, sarebbe andato a fare il procuratore a Vicenza, che sarebbe in realtà il centro spionistico della regione Veneto. Nulla di strano se si pensa alla caserma Ederle ed al carcere speciale di Vicenza a questa adiacente.