¡ Proletari di tutti i paesi, uniamoci !

¡ VIVA IL 160° ANIVERSARIO DEL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA !

testo del gennaio 2008 

Scritto da K. Marx e F. Engels nel dicembre del 1847-gennaio del 1848. Publicato per la prima volta como opuscolo a Londra, nel febbraio del1848. L’originale è in tedesco.

"Il "Manifiesto" venne pubblicato como programma della "Lega dei Comunisti", una associazione di lavoratori, all’inizio esclusivamente tedesca e successivamente internazionale, che, date le condizioni politiche esistenti prima del 1848 nel continente europeo, si vide obbligata a rimanere nella clandestinità. In un Congresso della Lega, celebrato a Londra nel novembre del 1847, si assegnò a Marx ed Engels il compito di preparare un testo per la pubblicazione di un programma dettagliato del Partito, che fosse sia teorico che pratico. Nel gennaio del 1848, il manoscritto, in tedesco, venne terminato e, alcune settimane prima della revoluzione del 24 de febbraio in Francia, venne inviato all’editore, a Londra. La traduzione francese apparve a Parigi poco prima della insurrezione del giugno 1848. Nel 1850 la rivista "Repubblicana Rossa", editata da George Julian Harney, pubblicò a Londra la prima traduzione inglese, dovuta alla penna di Helen Macfarlane. Il "Manifesto" è stato poi stampato in danese e polacco. (PREFAZIONE ALLA EDIZIONE INGLESE DEL 1888)"

Il Manifesto del Partito Comunista è il programma comune di tutti i comunisti, pienamente valido fino al raggiungimento del comunismo, nel quale ci siamo tutti o non c’è nessuno (Presidente Gonzalo, I° Congresso del PCP). Il Presidente Gonzalo ci insegna a comprendere il Manifesto, il testo completo con le note di Engels alla edizione inglese del 1888 ed alla edizione tedesca del 1890, e tutte le prefazioni scritte da autori per le diverse edizioni del Manifesto, per impugnarlo, difenderlo ed applicarlo alla rivoluzione nel nostro paese e servire alla rivoluzione mondiale, per lottare fermamente ed inconciliabilmente contro l’imperialismo, la reazione mondiale ed il revisionismo. Armati di esso dobbiamo sbatterlo in faccia ai revisionisti e schiacciare questa pretesa nuova sintesi che il nuovo revisionismo sta vomitando per cercare di negare il potente sviluppo della nostra ideologia scientifica del proletariato  costruitasi nel mulinello sanguinoso di 160 anni di eroica e fruttuosa lotta di classe del proletariato, dalla quale in una indivisibile azione teorica e pratica si sono evidenziati tre luminari della nostra classe, tre titani: Marx, Lenin ed il Presidente Mao Tse Tung. Il marxismo è oggi il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente il maoismo. Il maoismo è la sua terza, nuova e superiore tappa. E la sua applicazione attuale più avanzata e genuina è il pensiero gonzalo. Questo è ciò che si pretende di negare con queste pretese “nuove sintesi” di falsi “sviluppatori del marxismo” alle spalle delle lotte di classe del proletariato dei loro rispettivi paesi.

La piena validità del Manifesto e la necessità di sviluppo della ideologia del marxismo, fu stabilita dai suoi stessi fondatori: "Quantunque le condizioni siano cambiate molto negli ultimi venticinque anni, i principi generali esposti in questo Manifesto continuano ad essere oggi, nel loro insieme, del tutto verificati. Alcuni punti dovranno essere ritoccati. Lo stesso Manifesto spiega che la applicazione pratica di questi principi dipenderà sempre ed in tutte le parti, delle circostanze storiche esistenti… Dato lo sviluppo colossale della grande industria negli ultimi venticinque anni, e con questo, della organizzazione del partito della classe operaia; date le esperienze pratiche, primo, della rivoluzione di Febbraio, e quindi, ancor maggiormente, della Comune di Parigi, che porta per la prima volta il proletariato, per due mesi, al Potere politico, questo programma è superato in alcuni suoi punti. La Comune ha dimostrato, soprattutto, che “la classe operaia non può limitarsi a prendere possesso della macchina statale esistente ed avviarla per i suoi stessi interessi”. (Si veda "Der Burgerkrieg in Frankreich, Adresse des Generalrats der Internationalen Arbeiterassoziation"[6], pag. 19 della edizione tedesca, ove questa idea è più estesamente sviluppata.)" (KARL MARX e FREDRICH ENGELS, Londra, 24 di giugno del 1872. PREFAZIONE ALLA EDIZIONE TEDESCA DEL 1872)".

La Comune di Parigi  del 1871: Dopo la rivoluzione del 18 de marzo de 1871 e fino al 28 de maggio del 1871, il proletariato prende per la prima volta il Potere. Nel 1891, nel ventesimo anniversario della Comune di Parigi, Engels scrisse: “Ultimamente, le parole "dittatura del proletariato" sono divenute un santo orrore al filisteo socialdemocratico. Orbene, signori, volete sapere che volto presenta questa dittatura ? Guardate alla Comune di Parigi: ecco a voi la dittatura del proletariato”.
La storia della Comune di Parigi è esposta nel testo di Marx "La Guerra Civile in Francia".

Nel "Manifesto del Partido Comunista" Marx ed Engels stabilirono i fondamenti ed il programma del proletariato. Questa opera espone, con una chiarezza ed una brillantezza geniali, la nuova concezione del mondo, il materialismo conseguente applicato anche al campo della vita sociale, la dialettica como la più completa e profonda dottrina dello sviluppo, la teoria della lotta di classe ed il ruolo rivoluzionario storico mondial del proletariato como artefice di una società nuova, comunista” (V. I. Lenin).


IL RICONOSCIMENTO FORMALE DELLA GUIDA DI MARX FATTO DA ENGELS
E LA IDEA FONDAMENTALE DI CUI E’ PERMEATO TUTTO IL MANIFESTO

"Disgraziatamente, devo firmar solo la prefazione de questa edicione. Marx, l’uomo a cui la classe operaia dell’Europa e dell’America devono più che a chiunque altro, riposa nel cimintero di Highgate e sulla sua tomba crescono già i primi fili d’erba. Dopo la sua morte nessuno è stato capace di aggiornare o riscrivere il Manifiesto. Credo, quindi, tanto più necessario ricordar qui esplicitamente ciò che segue.
La idea fondamentale de cui è penetrato tutto il Manifesto – va detto: che la produzione economica e la struttura sociale che ne deriva necessariamente in ogni epoca storica, constituiscono la base sulla quale si basa la storia politica ed intellettuale di questa epoca; che, pertanto, tutta la storia (dalla dissoluzione del regime primitivo della propietà comune della terra) è stata una storia di lotta di classe, di lotta tra classi sfruttatrici e sfruttate, dominanti e dominate, nelle diverse fasi dello sviluppo sociale; e che ora questa lotta è giunta ad una fase nella quale la classe sfruttata ed oppressa (il proletariato)
non può emanciparsi dalla classe che la sfrutta e la opprime (la borghesia), senza emancipare, allo stesso tempo e per sempre, la società intera dallo sfruttamento, dalla oppressione e dalle lotte di classe --, questa idea fondamentale appartiene unicamente ed esclusivamente a Marx [*].
Lo ha dichiarato spesso; ma adesso giustamente è proprio questa dichiarazione ad apparire alla testa dello stesso Manifesto".
(F. ENGELS, Londra, 28 di giugno del 1883, PREFAZIONE ALLA EDIZIONE TEDESCA).

* “Questa idea, chiamata, come credo —come già consegnato alla prefazione della traduzione inglese—, ad essere per la Storia ciò che la teoria di Darwin è stata per la Biologia, come entrambi noi abbiamo accertato un po’ alla volta, diversi anni prima del 1845. Fino a qual punto io avanzai indipendentemente in questa direzione, può vedersi meglio nel mio testo “La situazione della classe operaia in Inghilterra”. Ma quando mi decisi ad incontrarmi con Marx a Bruxelles, nella primavera del 1845, egli aveva già elaborato questa tesi e me la esposte in termini quasi altrettanto chiari di come ha fatto qui”. (Nota di F. Engels alla edizione tedesca del 1890.)


NEL MANIFESTO COMUNISTA E’ ESTABILITO CHE IL COMUNISMO PUO’ ESSERE RAGGIUNTO SOLO ATTRAVERSO LA VIOLENZIA RIVOLUZIONARIA, CHE OGGI PUO’ ESSERE SOLO GUERRA POPOLARE:

"I comunisti considerano indegno nascondere le proprie idee e propositi. Proclamano apertamente che i loro obiettivi possono essere raggiunti solo abbattendo con la violenza tutto l’ordine sociale esistente. Che le classi dominanti tremano davanti ad Rivoluzione Comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa che le loro catene. Hanno, in cambio, un mondo da guadagnare.
¡PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNIAMOCI !"
(Con quest’ultimo paragrafo e nostra parola d’ordine universale si conclude Il Manifesto).

Per questo il PCP difende, innalza ed applica: ¡Guerra popolare fino al comunismo !

Associazione Nuova Democrazia, Germania
2008

Traduzione a cura della redazione di Guardare Avanti !, rivista mlm, Italia, 2009