Riceviamo e pubblichiamo

 

NO PASARAN

Perugia 14 febbraio 2008


Circa un centinaio di compagne e compagni hanno resistito un minuto in
più dei fascisti di forza nuova
, che si erano dati appuntamento per un
comizio super blindato in uno dei quartieri di Perugia più popolato da
immigrati. I manifesti con cui forza nuova pubblicizzava il comizio,
comunque strappati nottetempo, usavano lo stupro e la crisi per
criminalizzare i migranti. Il titolo era: " E se accadesse a tua
figlia?", sotto la foto di una donna bianca stuprata e alla fine:
"comizio-presidio contro l'immigrazione selvaggia che sta portando ad
una crisi che minaccia di distruggere ciò che
resta del tessuto comunitario di questa nazione".
Un centinaio di compagne e compagni, le donne in prima fila con gli
striscioni, si sono diretti verso il presidio di quelle carogne.
Lo
spiegamento di forze ovviamente era sproporzionato e non per la presenza
dei fascisti in borghese (per lo più una decina), quanto per quelli in
divisa che li hanno coperti e protetti (il loro presidio era
autorizzato, la nostra manifestazione no, ma  è stata una nostra scelta
politica quella di non farsi imbrigliare nelle maglie della burocrazia
di uno Stato di polizia). C'erano la guardia di finanza e i carabinieri
in assetto antisommossa più i famigerati G.O.M di Bolzaneto, oltre,
naturalmente, alla digos. Nonostante lo sproporzionato schieramento
delle forze dell'ordine (che ci hanno praticamente circondato in una
piazzetta bloccando il traffico ed impedendoci di essere visibili se non
a costo delle botte) abbiamo urlato a squarciagola: "siamo tutti
antifascisti", "lo stupratore non è l'immigrato, ma è il figlio sano del
patriarcato" ecc. Dopodiché abbiamo deciso di aggirare l'ostacolo,
facendo finta di sciogliere l'adunata e di burlarci di quei mastini con
casco e scudo. Dopo un divertente giro per i vicoli senza scagnozzo
digossino al seguito, ci siamo avvicinati al presidio-comizio di forza
nuova, sorprendendolo da sotto, dall'altra parte della strada e abbiamo
scandito ininterrottamente slogan contro quelle merde. Naturalmente i
fascisti in divisa (carabinieri e polizia in assetto antisommossa) ci
hanno impedito di fare di più, ma la nostra manifestazione era pressoché
spontanea e non eravamo preparati qui a Perugia ad affrontare le cariche
di quelle bestie. Comunque abbiamo resistito con dignità e combattività,
bloccando il traffico con i nostri corpi e i nostri striscioni. Le donne
in prima fila hanno sfidato l'ordine di uno Stato che ha assunto il
fascismo, il razzismo e lo stupro come perni della sua "sicurezza",
della sua ragione d'essere, della sua "costituzione". Abbiamo urlato:
"preti, militari, fascisti e polizia dalle nostre mutande vi scacceremo
via", "macchè democrazia, ma quale sicurezza, l'antifascismo è l'unica
certezza", "ma quale sicurezza, macchè democrazia, questo è uno Stato di
polizia", "Piazzale Loreto ce lo ha insegnato uccidere un fascista...."
ecc. ecc.
Finalmente ci siamo riappropriati del nostro territorio, le/i migranti
hanno potuto ascoltarci e vederci. Ora sanno che non sono più soli (su
uno striscione c'era scritto: " immigrati, non lasciateci soli con gli
italiani!").

Al termine del comizio (in lontananza, ma coperto dalle nostre voci che
li hanno salutati al grido di "forza nuova merda vecchia" , "buffoni,
buffoni" ecc.) abbiamo cercato di raggiungere la fermata dell'autobus
più vicina per andare via insieme, ma le forze dell'ordine ce lo hanno
impedito. Quindi abbiamo bloccato un autobus, lo abbiamo occupato e con
esso siamo andati via al grido di "tutto il pullman è antifascista".
Questa è soltanto una prima, piccola vittoria, che ci può solo dare il
coraggio per proseguire insieme un percorso di liberazione e di
rivoluzione antifascista, recuperando gli spazi dell'agire politico
dentro questa città, governata dal centro-sinistra, che persegue le
stesse politiche securitarie e classiste del centro-destra. Questa è
soltanto una piccola vittoria, ma per noi è importante e vogliamo
renderne tutte e tutti partecipi.


Rete Antifascista Perugina